29 de janeiro de 2010

Orgoglio e Pregiudizio e... Zombie???

Settimana scorsa ho visto in biblioteca un libro che mi ha chiamata l'attenzione. Si chiamava "Orgoglio e Pregiudizio e Zombie", e aveva una copertina un po' diversa: una donna con mezza testa senza pelle e gli occhi rossi. Mi ha chiamata l'attenzione perché io amo i romanzi della Austen, soprattutto, appunto, Orgoglio e Pregiudizio. Dopo avere dato un'occhiata in tutto il "romanzo", soprattutto le parti che più mi piacciono, ho comprovato quello che avevo già pensato prima: quello, che neanche può chiamarsi libro, fa letteralmente schifo. Non capisco come qualcuno ha avuto il coraggio di prendere un capolavoro della letteratura mondiale e convertirlo in qualcosa tra un anime fatto alla svelta e un libro di avventure riuscito male.
Sembra che l'autore, Seth Grahame-Smith, non avesse più niente da fare che prendere il libro, un classico, e metterci la sua zampa distruttrice. Ma si può? Non so se a qualcuno questo "libro" è piaciuto, ma a me di certo no. E faccio il mio protesto. Se non hai immaginazione per scrivere un libro tutto tuo, non metterti a distruggere il lavoro degli altri!! Anche se, per fortuna, Jane Austen non può vedere quello che hanno fatto con il suo romanzo, i suoi lettori, quelli che amano quei libri così come sono, non possono fare a meno di rimanere indignati.
E poi questo, dopo tutta l’invasione di vampiri e lupi mannari, maghi, dragoni e cavalieri che uccidono dei mostri, dovevano pure prendere un libro buono e metterci degli zombie?
Spero sinceramente che questo libro-spazzatura rimanga presto negli scafali dei libri dimenticati. Spero che il suo successo sparisca pronto. Spero che le persone che non hanno niente da fare si trovino un lavoro decente, invece di fare soldi sulla fama ed il lavoro altrui. Perché la letteratura decente deve subire un altro colpo? Dopo tutti quei libri ridicoli che d’un momento all’altro hanno invaso gli scaffali? Ma quando saremmo liberi di tanta spazzatura?
E poi dicono che questi libri siano buoni perché i giovani leggono. Mi dispiace, ma a me piacerebbe più un libro di qualità invece che tanti libri che non valgono niente. I ragazzi d’oggi hanno bisogno di qualcosa di intelligente, fantastico e ben fatto, come le Cronache di Narnia, Il Signore degli Anelli, Cent’anni di Solitudine, i libri di Emilio Salgari e della Austen. Per chi vuole horror, legga pure Dracula o Frankestein, Edgar Allan Poe oppure Stephen King. Quando si leggono libri veri non si riesce più a supportare un libro qualunque.
Comunque, il peggio di questo libro è come il suo autore è riuscito a distruggere il mondo inventato da Jane Austen. Come ha potuto quel tizio prendere un mucchio di ninja e metterli in un scenario inglese del secolo XVII? Come ha fatto a distruggere la cultura che ci descrive così bene la Austen mettendoci cose come dojo e kung fu (niente contro il kung fu, ma nel suo proprio contesto...)? Come ha potuto prendere una buona storia romantica e metterci zombie, insomma? Sul serio, vai fare qualcosa di meglio, Grahame-Smith!

19 de janeiro de 2010

Delle invasioni e immigrazione...

Invasione straniera? Ma certo! Ci sono stati i longobardi, i visigoti, i franchi, gallesi, e tanti altri gruppi che sono venuti e hanno trasformato il volto di queste terre che oggi si chiamano Europa. Non è che vi siete dimenticati delle vostre origini? Non è forse che vi siete dimenticati di tutte le volte che siete stati in necessità, che ve ne siete andati in altri paesi per cercare una vita migliore?
E adesso, perché tutto questo razzismo? Perché il disprezzo, perché le occhiate di rimprovero a chi ha l'unico sbaglio di essere diverso, forse più nero, forse con un accento differente?
Che ci sono stranieri cattivi, si, ci sono. Ma di cattivi ce ne sono in tutti i paesi, nazionali e stranieri, che fanno del male e non se ne fregano del bene altrui. A Rosarno è successo questo. Gli africani che abitavano in quelle cattive condizioni, portati qui e lavorando non di certo per uno straniero, ma per italiani. Italiani che lasciano stare quella situazione. Finché le persone si stancano della miseria, finché non arriva un altro "bianco" a fare esplodere la disperazione repressa. Non dico che gli africani hanno fatto bene. Ma neanche quelli che gli hanno sparato addosso hanno pure fatto qualcosa di buono.
La cultura è qualcosa di mobile. In questo mondo moderno, chi non conosce un po' il mondo non ci sopravvive. E questo vale anche per l'Italia. Un paese tradizionale, certo. Non è che noi stranieri vogliamo cambiare il vostro modo di essere. Ma se voi non vi aprite al mondo, questo vi inghiottirà, presto o tardi. Perché un mondo, un paese che non cambia è un paese che non si rinnova.
Questo vale anche per le persone, questo è qualcosa che noi stranieri impariamo nella pelle, nel giorno dopo giorno, nel adattazione a regole diverse, costumi diversi, e che impariamo perché dobbiamo farlo, perché vogliamo rispettare quelli che ci accolgono bene, che si aspettano che parliamo bene la sua lingua, che rispettiamo quello che loro fanno. Ma anche noi abbiamo le nostre tradizioni, i nostri costumi e la nostra lingua. Sarà così tanto chiedere un po' di rispetto? Sarà chiedere troppo di non guardarci come se fossimo degli insetti, come se avessimo qualcosa in faccia, come se fossimo sbagliati soltanto per essere "diversi"? Che poi diversità ce n'è dappertutto. Immaginiate se tutti fossimo uguali! Ma che noia! Non è che vogliamo che voi lasciate di essere italiani, oppure che parliate la nostra lingua. Soltanto chiediamo il diritto a vivere, a esistere, e se in questo momento viviamo qui, e se facciamo quello che dobbiamo fare, che problema c'è?
Il problema dell'immigrazione, del razzismo, dell'intolleranza, è qualcosa che rode le fondamenta dell'essere umano, lasciandolo insensibile al dolore altrui, alle necessità altrui, a quello che ci fa tutti uguali. Se rimaniamo a vedere le altre persone come inferiori, oppure come esseri che non hanno dignità, anche non saremmo in grado di mostrare loro la nostra compassione quando ci sono momenti di difficoltà nelle loro vite. Le tragedie personali le vive tutto il mondo. Non è che poveri noi perché siamo stranieri. Ma neanche c'è il soltanto poveri voi italiani. C'è soltanto il dolore umano, il dolore delle singole persone. Se non ci apriamo agli altri per il colore della sua pelle, i suoi vestiti o il suo accento, di cosa servono festività come il giorno della memoria? Nel passato già tanti ebrei hanno sofferto per la discriminazione... e oggi? Pensate che non soffriamo a vederci mettere gli avvisi di "STRANIERO" ogni giorno, in ogni luogo? E' che vi dimenticate che siamo degli esseri umani proprio come voi?

8 de janeiro de 2010

Anno Nuovo...


E un altro anno è andato via. Con esso se ne sono andati tanti giorni brutti, tante mattine senza voglia di svegliarsi, tante difficoltà, lacrime, silenzio...
Anche se ne sono andate le belle giornate, in cui siamo stati con i nostri cari, in cui forse abbiamo riposato un po' di tutte le melanconie, in cui abbiamo presso dei bei voti, in cui abbiamo fatto quello che volevamo fare da tanto.
E adesso comincia un nuovo anno. Con tutte le sua giornate in "bianco", su cui potremmo scrivere la nostra vita. Vedremmo venire il giorno del nostro compleanno, vedremmo passare le foglie del calendario con tanta fretta come l'anno scorso. E sogneremmo, sempre, che il giorno seguente, il mese seguente, sia meglio di quello presente.
Per me ho un sogno ad essere realizzato. Il giorno che, da sempre, per le donne è chiamato "il giorno più bello della tua vita": il giorno delle nozze. E quando quel giorno arriverà (e sarà presto) io sarò, veramente, la più felice del mondo. No che non abbia paura. Paura del futuro. Paura degli sbagli. Paura, insomma, di quello che la vita ci porterà. Ma so che il mio sposo, che sarà soltanto mio, ed io, saremmo insieme ad affrontare tutto. Affrontare i cambiamenti. Affrontare le difficoltà, i sogni che vogliamo realizzare tutti e due i pensieri e le notti senza sonno per il lavoro ed il pagare l'affitto.
Spero che quest'anno sia davvero bello. In mezzo alle voglie. In mezzo ai pensieri. In mezzo alle difficoltà, al troppo lavoro (per il matrimonio e per lo studio, la tesi, ecc), ai viaggi e rimanere lontani tutta la settimana. Spero che quest'anno sia nuovo, tutti i giorni. E che, in ogni giornata, riesca ad scrivere delle belle cose. E che, anche se ci sono delle lacrime, loro stesse diventino bei dipinti, che dopo potranno essere guardate all'indietro e saranno ritenute come importanti.
Perché sono importanti. Un nuovo anno che sia tutto fiori e sorrisi diventa, credo io, noioso. Le lacrime sono importanti. Non le vogliamo, ma sono importanti. E sono, alla fine, parte della nostra storia, quella che abbiamo scritto nelle pagine degli anni precedenti, quella che scriveremo, giorno dopo giorno, nelle bianche pagine del nostro anno nuovo.