19 de janeiro de 2010

Delle invasioni e immigrazione...

Invasione straniera? Ma certo! Ci sono stati i longobardi, i visigoti, i franchi, gallesi, e tanti altri gruppi che sono venuti e hanno trasformato il volto di queste terre che oggi si chiamano Europa. Non è che vi siete dimenticati delle vostre origini? Non è forse che vi siete dimenticati di tutte le volte che siete stati in necessità, che ve ne siete andati in altri paesi per cercare una vita migliore?
E adesso, perché tutto questo razzismo? Perché il disprezzo, perché le occhiate di rimprovero a chi ha l'unico sbaglio di essere diverso, forse più nero, forse con un accento differente?
Che ci sono stranieri cattivi, si, ci sono. Ma di cattivi ce ne sono in tutti i paesi, nazionali e stranieri, che fanno del male e non se ne fregano del bene altrui. A Rosarno è successo questo. Gli africani che abitavano in quelle cattive condizioni, portati qui e lavorando non di certo per uno straniero, ma per italiani. Italiani che lasciano stare quella situazione. Finché le persone si stancano della miseria, finché non arriva un altro "bianco" a fare esplodere la disperazione repressa. Non dico che gli africani hanno fatto bene. Ma neanche quelli che gli hanno sparato addosso hanno pure fatto qualcosa di buono.
La cultura è qualcosa di mobile. In questo mondo moderno, chi non conosce un po' il mondo non ci sopravvive. E questo vale anche per l'Italia. Un paese tradizionale, certo. Non è che noi stranieri vogliamo cambiare il vostro modo di essere. Ma se voi non vi aprite al mondo, questo vi inghiottirà, presto o tardi. Perché un mondo, un paese che non cambia è un paese che non si rinnova.
Questo vale anche per le persone, questo è qualcosa che noi stranieri impariamo nella pelle, nel giorno dopo giorno, nel adattazione a regole diverse, costumi diversi, e che impariamo perché dobbiamo farlo, perché vogliamo rispettare quelli che ci accolgono bene, che si aspettano che parliamo bene la sua lingua, che rispettiamo quello che loro fanno. Ma anche noi abbiamo le nostre tradizioni, i nostri costumi e la nostra lingua. Sarà così tanto chiedere un po' di rispetto? Sarà chiedere troppo di non guardarci come se fossimo degli insetti, come se avessimo qualcosa in faccia, come se fossimo sbagliati soltanto per essere "diversi"? Che poi diversità ce n'è dappertutto. Immaginiate se tutti fossimo uguali! Ma che noia! Non è che vogliamo che voi lasciate di essere italiani, oppure che parliate la nostra lingua. Soltanto chiediamo il diritto a vivere, a esistere, e se in questo momento viviamo qui, e se facciamo quello che dobbiamo fare, che problema c'è?
Il problema dell'immigrazione, del razzismo, dell'intolleranza, è qualcosa che rode le fondamenta dell'essere umano, lasciandolo insensibile al dolore altrui, alle necessità altrui, a quello che ci fa tutti uguali. Se rimaniamo a vedere le altre persone come inferiori, oppure come esseri che non hanno dignità, anche non saremmo in grado di mostrare loro la nostra compassione quando ci sono momenti di difficoltà nelle loro vite. Le tragedie personali le vive tutto il mondo. Non è che poveri noi perché siamo stranieri. Ma neanche c'è il soltanto poveri voi italiani. C'è soltanto il dolore umano, il dolore delle singole persone. Se non ci apriamo agli altri per il colore della sua pelle, i suoi vestiti o il suo accento, di cosa servono festività come il giorno della memoria? Nel passato già tanti ebrei hanno sofferto per la discriminazione... e oggi? Pensate che non soffriamo a vederci mettere gli avvisi di "STRANIERO" ogni giorno, in ogni luogo? E' che vi dimenticate che siamo degli esseri umani proprio come voi?

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